27 luglio 2006

KoRn

Dubito che i Korn abbiano bisogno di una presentazione.
Direi piuttosto che si potrebbe parlare per ore fra appassionati del genere sull'evoluzione che la band ha seguito negli ultimi anni; molti addirittura parlerebbero senza reticenze di involuzione.
A mio modesto parere sono ben altre le frenate inaspettate e tanto per fare un esempio, cito gli ultimi due lavori dei System of a Down: Mezmerize e soprattutto Hypnotize sono album studiati a tavolino e fatti su misura per vendere a piú non posso, mentre i precedenti erano delle vere e proprie bombe che hanno segnato una linea di confine per il cosiddetto New Metal. Personalmente trovo Steal this Album (2002) un grandissimo lavoro e anche Toxicity (2001) non é per nulla trascurabile, anzi, ma i gusti...
Nel caso dei Korn propendo per dire che stanno vagliando nuove vie, sperimentando e cercando composizioni fuori dalla ripetitivitá, che puó essere il vero freno di un artista. L'ultimo album See You On The Other Side (2005) non lo trovo all'altezza del precedente Untouchables (2002) che lo precedette che giá di per se si staccava in modo marcato dai lavori precedenti.
See You On The Other Side non lo sconsiglio, per caritá, ma se proprio devo sbilanciarmi mi tengo stretto Untouchables. Grandissimo suono e impatto: Jonathan Davis e soci creano una sorta di, passatemi il termine, Hard Pop di forte presa, anche dopo decine di ascolti. Non mancano i momenti riflessivi, in cui i ritmi serrati lasciano il passo ad un'atmosfera meno impegnativa, ma pur sempre oscura.
Anche See You On The Other Side ha degli ottimi momenti di devastazione sonora, cito ad esempio la traccia "Politix" e delle pause in cui riprendere fiato, ma forse é un lavoro un pó piú freddo, meno coinvolgente: in un momento d'ascolto lo ho definito una interessante sperimentazione di elektro-folk-power-pop. Definizione tutta da verificare...
Per chi ne é digiuno, consiglierei l'ascolto dei Korn a prescindere dalle proprie influenze musicali, anche se ammetto che qualche goccia di sangue rocker deve scorrere nelle vene; tutto questo senza far prevalere un Cd piuttosto che un altro: per me sono facce di una stessa medaglia e... stiamo parlando di un grandissimo gruppo.

19 luglio 2006

Tool

Dopo 5 anni di silenzio dall'ultimo grandissimo lavoro Lateralus, é arrivato il momento di goderci finalmente l'uscita del nuovo disco dei Tool 10.000 days che molti indicano come una naturale prosecuzione dell'album precedente.
Lateralus é considerato una delle migliori realizzazioni rock degli ultimi anni, di questa band che unisce momenti di grande riflessione a una compattezza sonora difficimente eguagliabile: una miscela esplosiva di suoni corposi e al tempo stesso aperti con un impianto ritmico dark metal con venature di stampo etnico.
Innovatori, in-classificabili, compattissimi, geniali, visionari, da non perdere: sono per un ascolto attento e riflessivo, quasi intimista, nel silenzio di una giornata in cui ci si immerge completamente nel suono, possibilmente in solitudine.
La pagina web dei Tool é stupenda e fornisce un piccolo promo dell'ultima uscita musicale all'accedervi: la grafica utilizzata é veramente azzeccata ed é quella che piú si avvicina al tipo di sonoritá che il gruppo sviluppa. Il promo lascia poco spazio all'immaginazione...siamo di fronte al proseguio di Lateralus. Forse questo potrebbe essere l'unico limite del nuovissimo lavoro.
Consiglio Lateralus a tutti coloro che vogliono ampliare i propri confini musicali.

06 luglio 2006

Soulfly

La band di Max Cavalera sta scrivendo un capitolo molto importante nel panorama musicale mondiale; dopo l'uscita del grande Prophecy del 2004 non pensavo potessero andare oltre, ma mi sbagliavo. Con Dark Ages hanno raggiunto finalmente una completezza difficilmente eguagliabile ed il lavoro é una delle migliori uscite del 2005. Duro, sia nei testi che nelle partiture, ruvidissimo, accattivante nelle sonoritá, per niente commerciale, insomma una mattonata scagliata contro una finestra: staccatisi da quelle sonoritá tribal-rock che li contraddistingono nei lavori precedenti, senza peró snaturarsi, sembrano aver trovato il giusto equilibrio. Un lavoro completo in tutte le 15 song, anche se a mio avviso non si puó resistere all'ascolto ripetuto di Carved Inside o Arise Again: se fosse un vinile, avrei consumato le tracce di Dark Ages a forza di ascoltarlo.
Consiglio un ascolto liberatorio, dopo una giornata andata storta, mantenendo qualsiasi oggetto a debita distanza dal corpo o al contrario iniziando a distruggere soprammobili, abat-jour, ecc.
Per tutti coloro che non hanno paura di essere investiti da un'onda sonora compattissima.
Aspettiamo ansiosi la prossima uscita dell'ex cantante dei Sepultura, mentre consiglio a chiunque ami due ore di sana violenza musicale di non perdersi la performance dei Soulfly dal vivo...

05 luglio 2006

Peeping Tom

Nuovissima uscita del gruppo capitanato dall'eclettico Mike Patton che anche questa volta si distingue per originalitá e capacitá di reinventare. Dopo aver contaminato il funk con una interpretazione magistrale nell'album Mike Patton vs X-ecutioners il frontman di San Francisco si ripete con Peeping Tom, nel quale reinterpreta 12 successi di altrettanti artisti come Massive Attack, Norah Jones, Bebel Gilberto fra essi, dichiarando: "This is my version of pop music". Lontano dalle sonoritá dei mitici e ineguagliabili Fantômas, questo lavoro segna il ritorno ad una musicalitá piú vicina alle sue ex band Faith No More e Mr. Bungle, come dichiara la sua stessa casa di produzione: "The most accessible work since his days in Faith No More". La ricchezza acustica, gli inserti campionati e la ritmica vanno ben oltre la semplice operazione di cover e forniscono un prodotto moderno e unico, pensando anche al fatto che Patton ha collaborato a distanza con molti degli artisti citati; poi, la sua estensione vocale fa il resto.
A questa pagina é possibile ascoltare le tracce e lasciare un commento.
Per tutti coloro che conoscono Mike Patton o per chi vuole ascoltare qualcosa di moderno, musica del XXI secolo o semplicemente per chi ama curiosare fra generi sperimentali.
Play list degna di essere ascoltata nelle piú svariate situazioni emozionali.

02 luglio 2006

Bandog

Nello sterile panorama italiano ogni tanto un bagliore squarcia le tenebre: non ci manca l'inventiva, né tantomeno la capacitá, peró fare musica in Italia é di per se un'impresa e mancano quasi del tutto la promozione, sia essa radiofonica che da palcoscenico, per non parlare di quella televisiva... Arezzo Wave é una manifestazione splendida e con una varietá impressionante, per essere italiana, ma da sola non basta. Ed é un peccato perché i Bandog non sono niente male: hanno delle buonissime sonoritá, alternando ritmi tirati a semplici poesie con una base musicale. Peraltro quest'ultimo tipo di esecuzione non mi fa impazzire, ma delinea uno sforzo creativo notevole e a mio modo di vedere non bisognerebbe mai precludere un ascolto in base ai propri preconcetti musicali.
I brani piú vivaci, siano essi in italiano che in inglese, mi riportano alla mente i Negazione di "Ho pianto" con spunti musicali piú moderni o per meglio dire aggiornati ai nostri giorni. E questo é un bel complimento!
L'ascolto é indicato veramente per chiunque e sul loro sito potete gustarvi il loro ultimo lavoro, facendo un plug su musica. Non perdeteveli, ne vale la pena perché hanno spunti creativi degni di nota.
Complimenti alla band, al sito e continuate cosí; eppoi visto che siete del Sud i complimenti valgono doppio!

Ringrazio Mauro Savino per la segnalazione

01 luglio 2006

Camaron e il flamenco

Parlare di flamenco per il sottoscritto é come discutere dell'eliminazione dell'Argentina dal mondiale il giorno della vittoria italiana, nel campionato del mondo di calcio: non ha senso. E' una interpretazione che é lontana anni luce da quelle che sono le nostre radici musicali: bisogna essere gitani o comunque aver vissuto qualche mese in un barrio gitano e aver respirato il loro modo di interpretare la vita e quindi la loro capacitá improvvisativa. Personalmente ho vissuto due anni in uno di questi "quartieri" ma non c'é stato nulla da fare: il flamenco non mi esalta, nemmeno pensando che molta dell'attuale musica moderna ha preso spunto a piene mani da questi grandi interpreti.
Fatta questa onesta e doverosa premessa, voglio comunque indicare una pietra miliare di uno dei maggiori artisti mai vissuti: Camaron de la Isla e il suo lavoro La Leyenda del Tiempo.
Nei suoi esordi bisogna menzionare la collaborazione con il grandissimo Paco De Lucia e le lunghissime sessions di prova che occupavano anche 16 ore al giorno, per preparare al meglio qualsiasi interpretazione, in modo maniacale, come il padre di De Lucia era solito fare col proprio figlio.
Una volta scioltosi il connubio, Camaron da vita ad una delle piú grandi opere moderne di contaminazione. Cosí come avviene con generi del tutto diversi, in La Leyenda del Tiempo viene reinventato il Flamenco o per meglio dire reinterpretato con strumenti moderni (e non piú solo voce e chitarra). Siamo di fronte ad una rivoluzione, se pensiamo che il disco uscí nel 1979 e ne viene fuori una piccola opera d'arte con suoni che sanno di oriente, con richiami rock e con ció che oggi definiremmo chillout. Ad oggi ci sono numerosi gruppi che compongono flamenco con influenze chillout ma sicuramente si rifanno a questo grande lavoro, per non dire che copiano spudoratamente.
Da non perdere, anche se non si é appassionati di flamenco, come il film omonimo che narra la carriera dell'illustre e scomparso artista.
Onore ad un grande.

Ringrazio Bebeto per la segnalazione

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